Cronologia
1920

GENNAIO 1920

Pontedera. Si discute della costruzione della Casa del Popolo, la sezione socialista e la Camera del lavoro confederale nominano una commissione per iniziare le procedure e seguire primi lavori. La notizia è riportata ne «L’Ora nostra».

20 gennaio – Pisa. Nasce su iniziativa di un gruppo di liberali, radicali e massoni il Fascio di organizzazione civile che ha lo scopo di fronteggiare le continue agitazioni operaie e operare per ripristinare l’ordine costituito.

FEBBRAIO 1920

2 febbraio – Tombolo (LI). Viene arrestato sul treno mentre da Livorno torna a Pisa, Errico Malatesta, leader anarchico da circa un mese rientrato dall’esilio londinese. Immediatamente le CdL, sia confederali che sindacali, proclamano uno sciopero che coinvolge soprattutto i territori della costa tirrenica. Malatesta verrà rilasciato poco dopo a Firenze.

MARZO 1920

19-21 marzo – San Miniato e Ponte a Egola (PI). Vengono fondati i primi Fasci di combattimento.

29-31 marzo – Pisa. Si svolge il congresso nazionale della Confederazione italiana del lavoro (CIL), sindacato di ispirazione cristiana, di cui uno dei leader è il popolare pontederese Giovanni Gronchi.

APRILE 1920

19 aprile – Pontedera. Viene ucciso dalla forza pubblica un bracciante.

28 aprile – Pisa. Alla presenza dello squadrista fiorentino Gennaro Abbatemaggio si costituisce il Fascio di combattimento. Segretario è Luigi Malagoli, liberale e membro del consiglio direttivo della «Dante Alighieri»

MAGGIO 1920

2 maggio – Viareggio. A margine di una partita di calcio scoppiano dei disordini fra i tifosi locali e quelli della Lucchese. Natale De Carli, carabiniere, spara e uccide Augusto Morganti, il guardalinee del Viareggio. Scoppia un’insurrezione e per tre giorni la città è in mano agli insorti che assaltano le caserme costringendo i carabinieri alla fuga. Il deputato socialista Luigi Salvatori e i dirigenti sindacali mediano. L’intervento dell’esercito ripristina l’ordine con l’arresto di decine di sovversivi.

4 maggio – Pisa. Sciopero di protesta contro la repressione poliziesca, a seguito degli incidenti di Viareggio. Reparti di bersaglieri bloccano il centro, vengono eseguiti numerosi arresti e i carabinieri sparano contro i dimostranti, causando numerosi feriti.

4 maggio – Livorno. Durante gli scontri di piazza resta ucciso, nei pressi della Questura, il quarantottenne falegname socialista Flaminio Mazzantini, padre di otto figli. In serata vengono lanciati alcuni ordigni contro la Questura da un gruppo di sovversivi; la stampa borghese attribuisce l’azione agli anarchici. In città vengono inviati consistenti rinforzi militari e di polizia. L’indomani, circa diecimila lavoratori partecipano al corteo funebre per Mazzantini, durante il quale si verificano nuovi incidenti con le forze dell’ordine.

29 maggio – Sarzana. La folla esasperata dalla crisi economica invade e svaligia diverse abitazioni signorili, negozi di generi alimentari, di stoffe e calzature. La forza pubblica intervenuta è respinta dai manifestanti che controllano diverse vie e piazze del centro della città.

GIUGNO 1920

12-13 giugno – Pisa. Si svolge il primo congresso della Camera del lavoro sindacale aderente all’USI che dichiara alcune migliaia di iscritti soprattutto tra i lavoratori delle ceramiche, i vetrai della Saint Gobain, gli infermieri, i netturbini, i fornaciai, i muratori ecc. Segretario è Primo Petracchini, mentre Gusmano Mariani ha la responsabilità della propaganda. Organo della CdL sindacalista è il periodico «Germinal!».

26 giugno-1 luglio – Ancona. L’ammutinamento di alcuni reparti in procinto di partire per l’Albania provoca uno sciopero generale esteso a parecchie località delle Marche, dell’Umbria e della Romagna.

LUGLIO 1920

1-4 luglio – Bologna. Si svolge a Bologna il secondo congresso nazionale dell’Unione anarchici italiana (UAI). Vi presero parte delegati provenienti da 183 località in rappresentanza di circa 700 gruppi e quasi tutti gli esponenti di maggior rilievo dell’anarchismo italiano come Errico Malatesta, armando Borghi e Luigi Fabbri.

9 luglio – Orciano (PI). È un giorno di sciopero nelle campagne toscane. Le forze dell’ordine sparano sulla folla che vorrebbe interrompere la trebbiatura in una fattoria. Muore il colono Pietro Casini e altri manifestanti sono feriti.

23-25 luglio – Pisa. Si tiene il secondo congresso della Camera del lavoro confederale aderente alla CGdL che dichiara oltre trentamila tesserati e 300 leghe e cooperative associate.

AGOSTO 1920

29 agosto – Navacchio (PI). Si svolge una grande festa «socialista e proletaria», con straordinaria partecipazione di popolo: ad animarla la sezione socialista e la «Lega dei lavoranti in cordami». Si inneggia alla Russia e alla rivoluzione con comizio finale sulla piazza delle scuole di Casciavola. Intervengono Carlo Cammeo, Amulio Stizzi e Giulio Guelfi, segretario della locale sezione socialista e futuro sindaco di Cascina.

30 agosto – Milano. La serrata è proclamata dall’Alfa Romeo. La FIOM risponde ordinando l’occupazione della fabbrica e di tutti gli altri stabilimenti metallurgici e siderurgici milanesi.

SETTEMBRE 1920

1-4 settembre – Italia del nord. In quasi tutte le fabbriche metallurgiche vengono avviate agitazioni sindacali che presto si trasformano in vere e proprie occupazioni. Gli operai coinvolti sono più di 400.000 e salgono poi a circa 500.000 quando l’occupazione si estende ad alcuni stabilimenti non metallurgici. L’occupazione delle fabbriche avviene (e prosegue) quasi ovunque pacificamente, anche grazie alla decisione, presa dal governo Giolitti, di non tentare azioni di forza; le forze dell’ordine si limitano a sorvegliare dall’esterno gli stabilimenti senza intervenire. Giolitti intende infatti evitare un conflitto armato, che sarebbe potuto sfociare in una guerra civile, e confida nella possibilità di mantenere il confronto tra operai e imprenditori su di un piano puramente sindacale, in cui il governo avrebbe potuto fungere da mediatore. Su questo punto Giolitti si trova d’accordo con la dirigenza nazionale della CGdL, che è di orientamento riformista.

OTTOBRE 1920

10 ottobre – Pisa. Si tiene un convegno provinciale anarchico che raccoglie l’adesione di 36 gruppi di cui 13 della città.

16 ottobre – Larderello (PI). Si costituisce il Fascio di combattimento su iniziativa del Principe Piero Ginori Conti.

NOVEMBRE 1920

Pontedera (PI). Fondazione del Fascio di combattimento.

Cascina (PI). Una grande festa di popolo, con manifestazioni e musica, festeggia il terzo anniversario della rivoluzione russa.

Buti (PI). I socialisti, che non hanno conquistato il Comune, alla prima seduta di insediamento chiedono l’annullamento delle elezioni per gravi irregolarità e si radunano, al canto di Bandiera rossa, nella piazza del Comune.

10 novembre – Livorno. Prima comparsa dello squadrismo fascista, a fianco di nazionalisti e militari in divisa. Vengono compiute aggressioni e la bandiera rossa che sventola sul Municipio, dopo la vittoria elettorale socialista, viene sostituita col tricolore, con la connivenza delle forze dell’ordine. Viene proclamato lo sciopero generale e una folla di manifestanti di sinistra riconquista la piazza. Si registrano vari incidenti e conflitti; in uno di questi i carabinieri sparano e feriscono quattro lavoratori. Alcuni ufficiali isolati vengono malmenati e disarmati. Sul balcone del Municipio viene strappato il tricolore, mantenendo solo la parte rossa. Anche i repubblicani condannano duramente il falso patriottismo dei fascisti. Quattro giorni dopo viene ufficialmente fondato il Fascio di combattimento.

14 novembre – Livorno. Si costituisce il Fascio di combattimento che poi verrà ufficializzato alla stampa cittadina il successivo 3 gennaio 1921.

Lorenzana (PI). Il borgo delle colline pisane è invaso da oltre 4000 persone e dalle bandiere di circa 40 associazioni per l’inaugurazione della «Sezione socialista», del «Circolo giovanile socialista» e del «Gruppo contadini»: ne riporta notizia «L’Ora nostra» del 3 dicembre.

DICEMBRE 1920

La Rotta (PI). Si costituisce la locale sezione della Camera del Lavoro sindacale.

Fauglia (PI). Una grande manifestazione con la partecipazione di oltre 3.000 persone invade il borgo per protestare contro le violenze fasciste.

4 dicembre – Pisa. Le squadre fasciste capitanate da Bruno Santini e rafforzate da gruppi di fascisti provenienti da varie località impediscono l’insediamento del nuovo consiglio provinciale a maggioranza socialista.

4-5 dicembre – Pisa. «Il Ponte di Pisa» pubblica in prima pagina un articolo dal titolo Tutti possono diventare fascisti. e invita i pisani ad aderire al fascismo presso la sede del Fascio Pisano di combattimento posta in Borgo Stretto.

10 dicembre – Pisa. «L’Ora nostra» riporta notizia che vengono organizzate forme di protesta contro l’aumento delle tasse scolastiche su iniziativa del «Gruppo Comunista Studentesco Normanno Panzavolta» .

13 dicembre – Pontedera (PI). Una folla di lavoratori si riunisce nel salone cinematografico per protestare contro le provocazioni fasciste e confermare l’opposizione contro il progetto del governo di aumento del costo del pane.

14 dicembre – Pisa-Lucca. Oltre 300 squadristi di Pisa, Lucca, Siena e Livorno impediscono l’insediamento del consiglio provinciale pisano, a maggioranza socialista. Poi prendono il treno, scendono a Lucca ed entrano, armati, in piazza San Michele. Qui è previsto un comizio di Lorenzo Ventavoli, deputato socialista che interviene contro l’abolizione del prezzo politico del pane. Baldo Baldi, fascista, chiede il contraddittorio e inizia a gridare a favore del provvedimento. A questo punto, ai accende una rissa e intervengono i carabinieri che sparano, insieme ai fascisti, in direzione della folla. Qualcuno risponde al fuoco. Il bilancio è di una ventina di feriti, di cui due gravi: Valente Vellutini e Angelo Della Bidia, due anziani che erano in piazza a curiosare, muoiono il giorno dopo in ospedale.

24 dicembre – Fiume. Le truppe italiane al comando del generale Enrico Caviglia attaccano i legionari dannunziani. Dopo il cosiddetto «Natale di sangue», gli scontri tra l’esercito italiano e i reparti fedeli a D’Annunzio proseguono per quattro giorni, al termine dei quali vengono ceduti i poteri al consiglio nazionale di Fiume con l’incarico di avviare delle trattative con il governo italiano. D’Annunzio abbandona Fiume il 18 gennaio 1921.

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1921

GENNAIO 1921

Pisa. Si chiudono i congressi delle sezioni della Federazione pisana del PSI con i seguenti risultati: 2.482 voti alla mozione massimalista, 1.342 voti alla frazione comunista, 7 voti ai riformisti.

8 gennaio – Pontedera (PI). Il «Consiglio generale delle leghe» della succursale Camera del Lavoro confederale approva l’adesione alla Terza Internazionale.

11 gennaio – Pisa. Convegno generale delle leghe della camera del lavoro confederale.

12 gennaio – Pisa. La sera del nuovo tentativo di insediamento del Consiglio provinciale Ersilio Ambrogi, Giuseppe Mingrino e Paris Panicucci in un ristorante della città vengono aggrediti da un gruppo di fascisti, nella sparatoria che segue feriscono alcuni degli aggressori. Nella stessa giornata si registrano scontri anche al Caffe Pietromani, sul Lungarno, dove i fascisti aggrediscono il consigliere provinciale socialista Savi e, sul calar della sera, la Camera del Lavoro confederale issa sul balcone la bandiera rossa.

15-21 gennaio – Livorno. Si tiene il XVII congresso nazionale del PSI, che risulta forte di 4.367 sezioni con 216.337 iscritti. Il dibattito si impernia sui «21 punti» formulati dal II congresso della Terza Internazionale (Mosca, luglio 1920), la cui accettazione è la condizione indispensabile per l’adesione all’Internazionale stessa. La maggioranza va alla mozione massimalista o «comunista unitaria» (con 98.028 voti contro 58.783 dei «comunisti puri» e 14.695 dei «concentrazionisti» e riformisti, che accetta 19 dei 21 punti, respingendo invece quello dell’espulsione dei riformisti e quello della trasformazione del nome del partito da «socialista» a «comunista». I «comunisti puri» abbandonano il congresso e si riuniscono separatamente dando vita al Partito comunista d’Italia (PCdI).

Cascina (PI). Nei giorni del Congresso di Livorno, all’interno dei locali del Comune di Cascina, su ordine del sindaco Giulio Guelfi, vengono rimosse tutte le immagini del re.

16 gennaio – Pisa. Si svolge il congresso di costituzione dell’Unione anarchica provinciale aderente all’UAI.

24 gennaio – Cecina (LI). Un comunista viene ucciso da alcuni fascisti.

25 gennaio – Cecina (LI). Una spedizione punitiva di fascisti Livornesi irrompe nel municipio al fine di ricollocare la lapide in ricordo dei caduti della Grande guerra. Negli scontri succedutisi tra socialisti e fascisti ai quali prende parte anche il sindaco, Ersilio Ambrogi, rimane ferito gravemente lo squadrista Dino Leoni che morirà dopo tre settimane.

29 gennaio – Volterra (PI). Viene inaugurato il primo fascio di combattimento a Volterra: ne dà notizia «Il Ponte di Pisa».

FEBBRAIO 1921

26 febbraio-3 marzo – Livorno. Si svolge il V Congresso nazionale della CGdL, che conta 2.200.100 iscritti.

27 febbraio – Pisa. Viene fondata la Federazione pisana del PCd’I: in provincia di Pisa si costituiscono oltre 40 sezioni, con un fortissima presenza di gruppi giovanili.

28 febbraio – Pontedera (PI). Viene fondata la prima sezione comunista alla presenza di una cinquantina di militanti: tra questi Bracaloni, Carli, Romboli e l’assessore Bertelli. Nei giorni successivi si costituisce anche la sezione pisana, sotto le direttive del primo segretario Roberto Barsotti, che conta 62 iscritti e si riunisce presso i locali della Camera del Lavoro Confederale in via Vittorio Emanuele. Nei giorni immediatamente successivi al Congresso di Livorno – ne dà notizia l’Ordine Nuovo» nelle edizioni del 1 e de 2 febbraio – si costituiscono anche le sezioni comuniste di Orentano e di Migliarino e successivamente quella di Volterra con segretario Persio Bagnoli. Nelle stesse giornate vengono fondate anche le sezioni di Peccioli, tra i fondatori Ferdinando Fiorentini, di Pomarance, il primo segretario è Giulio Zani, e quella di Gello di San Giuliano.

28 febbraio – Pontedera (PI) e Pisa. A seguito dell’omicidio del sindacalista comunista Spartaco Lavagnini viene proclamato lo sciopero generale dalla Camera del Lavoro di Pontedera e a Pisa i ferrovieri tengono un comizio davanti alla stazione ferroviaria dove prende la parola, tra gli altri, il ferroviere Roberto Barsotti, un personaggio centrale nella fondazione del Partito comunista nella provincia pisana. Nello stesso giorni si verificano scontri a Pisa tra comunisti e fascisti a Porta Fiorentina: viene ferito il comunista Aristide Pardelli.

MARZO 1921

1 marzo – Santa Croce sull’Arno (PI). Sciopero e corteo contro la violenza fascista.

1/2 marzo – Pisa. Nella notte tra il 1° e il 2 marzo Guido Buffarini Guidi viene aggredito in Piazza dei Miracoli da alcuni sovversivi: ferito, riesce a trovare protezione all’interno dell’Ospedale di Santa Chiara. Alcune squadre fasciste giungono in suo soccorso e ne nasce una sparatoria che viene momentaneamente sedata dall’intervento della forza pubblica. La rivolta non si placa, i ferrovieri pisani entrano in sciopero per evitare l’arrivo in città di altri fascisti da Firenze e nella stessa nottata il quartiere di Porta Nuova diviene teatro di una rivolta popolare e vengono innalzate barricate in ogni strada.

Pisa. A seguito dello sciopero generale e delle proteste e per l’uccisione di Spartaco Lavagnini, le forze dell’ordine fanno irruzione nella sede del Partito Comunista e arrestano venti persone: ne riporta notizia «L’Ora nostra».

Santa Croce sull’Arno (PI). Si costituisce anche la sezione del Partito comunista: il segretario è Tullio Riccioni.

3 marzo – Santa Croce sull’Arno (PI). Le squadracce fasciste armate di mitragliatrici assaltano e distruggono la Casa del popolo e la Cooperativa di consumo.

4 marzo – Santa Croce sull’Arno (PI). Viene incendiata la sede della Camera del lavoro.

4 marzo – San Casciano (PI). Durante una protesta dei contadini il marchese Domenico Serlupi, fascista, spara diversi colpi di rivoltella uccidendo Enrico Ciampi, fondatore a Barca di Noce della prima sezione pisana del Partito comunista.

12 marzo – Santa Maria a Monte (PI). Il paese viene messo a ferro e fuoco: sono distrutte le Case del popolo e le sezioni dei partiti comunista e socialista. Il Sindaco e la Giunta rassegnano le dimissioni.

15 marzo – Livorno. Un gruppo di studenti sovversivi si scontra in Piazza Cavour con un gruppo dell’Avanguardia giovanile fascista; il conflitto si allarga ad altri sovversivi e fascisti accorsi, nonché alle forze dell’ordine. L’indomani in ospedale muore il giovane squadrista Ugo Botti, rimasto ferito nella sparatoria. I carabinieri eseguono diversi arresti tra gli antifascisti mentre i fascisti organizzano alcune spedizioni punitive nei quartieri popolari, dove comunque incontrano ulteriori resistenze.

25 marzo – Ponte a Moriano (LU). Il 25 marzo Carlo Scorza, insieme a una trentina di squadristi lucchesi e pisani, organizza una spedizione in questa piccola frazione industriale alle porte di Lucca. Partono con due camion: uno arriva a destinazione e danneggia alcune sedi operaie, sparando all’impazzata; l’altro, invece, si ferma a pochi chilometri dal paese per un guasto. Cinque fascisti, rimasti di guardia, vengono raggiunti da una settantina di operai armati, e i fascisti scappano. Rimane solo Tito Menichetti, studente pisano, che viene ucciso con un colpo di pistola.

27 marzo – Arcola (SP). I carabinieri durante un conflitto a fuoco uccidono l’anarchico Dante Carnasecchi.

31 marzo – Lucca. Gli squadristi devastano le sedi della Camera del lavoro e del Partito socialista.

APRILE 1921

3 aprile – Peccioli (PI). Un gruppo di sovversivi guidati dall’anarchico Lorenzo Marianelli affronta armi alla mano una squadra di fascisti capitanati da Bruno Santini provenienti da Pisa impedendogli di entrare nel paese. Marianelli per questo verrà condannato a un anno e tre mesi mentre gli altri sovversivi ottengono condanne più miti da tre e sei mesi.

10 aprile – Pisa. Si svolge il secondo congresso della Camera del lavoro sindacale aderente all’USI.

13 aprile – Pisa. Alcuni sicari fascisti uccidono per vendetta il maestro elementare Carlo Cammeo segretario della federazione pisana del PSI.

14 aprile – Livorno. Vittorio Emanuele a Livorno. Conflitti a fuoco in piazza Vittorio Emanuele. Scontri, barricate e sparatorie nel quartiere di San Marco-Barriera Garibaldi, provocato dalla tentata spedizione fascista contro il Circolo repubblicano di via Pellegrini, poi espugnato dalle forze dell’ordine. Intervengono ingenti forze di carabinieri, guardie regie, reparti del 3°rgt. Bersaglieri e dell’88° rgt. Fanteria sparando con i fucili migliaia di colpi; due civili, estranei agli scontri, restano uccisi. Altri incidenti sono segnalati in borgo Cappuccini, nei pressi del ponte Nuovo, e in piazza Cavour; spari anche in piazza Guerrazzi contro caserma della Guardia regia. Numerosi arresti di comunisti, anarchici e repubblicani.

21 aprile – San Miniato (PI). L’amministrazione socialista è costretta con la forza a rassegnare le dimissioni.

MAGGIO 1921

2 maggio – Viareggio-Pisa. Viene organizzata un’adunata delle squadre toscane a Pietrasanta. Terminato il raduno, i fascisti prendono i treni per rientrare alle loro città. All’altezza di Viareggio viene colpito a morte lo studente pistoiese Pacino Pacini. Per ritorsione i fascisti picchiano Emanuele Modigliani, che si trova sul treno, poi scendono a Viareggio, bastonano dei ferrovieri, invadono e distruggono la Camera del lavoro e la sede dei maestri d’ascia e calafati.

3 maggio – Pietrasanta. I fascisti assaltano la sede della Camera del lavoro di Pietrasanta.

4 maggio – Collesalvetti e Vicarello (LI). Incursioni fasciste contro le sedi sovversive.

4-5 maggio – Pisa. Le squadre fasciste dopo il funerale di Pacini devastano le sedi socialiste e delle leghe operaie di Arnaccio, Asciano, Bagni di S. Giuliano, Cascina, Gello. Orzignano, Ripafratta, San Lorenzo a Pagnatico e San Martino a Ulmiano. In città vengono incendiate le sedi dei settimanali «L’Ora nostra» e de «L’Avvenire anarchico».

6-7 maggio – Bientina-Pontedera(PI).  Spedizioni punitive degli squadristi contro i circoli socialisti e le leghe operaie. In particolare alla Rotta (fraz. di Pontedera) circa una ventina di fascisti provenienti da  Firenze fanno irruzione nel borgo e dopo aver issato il tricolore sul campanile devastano la sezione socialista e la Camera del Lavoro.

Pontedera (PI) – 7 maggio. Viene devastata la Camera del lavoro e nello stesso mese ( ne riporta notizia «L’Avanti!» del 13 maggio) scorribande fasciste a Collesalvetti, Crespina, Lorenzana e in altri borghi delle colline pisane e, successivamente, in Valdera, a La Rotta, Montecastello e Treggiaia. In queste giornate una squadra di fascisti pisani guidati da Bruno Santini devasta la Casa del proletariato di Fauglia.

Pisa. Un treno con a bordo 70 fascisti livornesi provenienti da Pistoia per i funerali dello squadrista Pacino Pacini viene assalito a colpi di rivoltella nei pressi della stazione ferroviaria. Un gruppo di fascisti pisani e fiorentini tentano, senza riuscire, l’assalto alla sede de «l’Ora nostra» in via Risorgimento, mentre riesce l’assalto alla Camera confederale del lavoro che viene parzialmente distrutta. In occasione di quest’ultimo fatto viene arrestato lo studente Bruno Santini, segretario politico del Fascio di combattimento pisano.

12 maggio – Carrara (MS). Si costituisce il Fascio di combattimento guidato da Renato Ricci, che conta 60 iscritti.

12 maggio – La Spezia. Squadre di fascisti devastano e incendiano le Camere del lavoro aderenti alla CGdL e all’USI.

13 maggio – Marina di Carrara (MS). Al termine di un comizio del Blocco nazionale i fascisti guidati da Renato Ricci si scontrano con un gruppo di repubblicani e socialisti. Rimangono sul terreno il brigadiere di finanza Giuseppe Caragnano e il socialista Gino Bertoloni.

13-14 maggio – Sasso Pisano (PI). Durante una colluttazione tra fascisti e antifascisti rimane ucciso Alfredo Mussi, uno degli squadristi più in vista della zona.

15 maggio – Pomarance (PI). Alcuni squadristi pisani sono circondati e percossi da un gruppo di sovversivi del luogo: il trentaduenne bracciante fascista Primo Salvini resta colpito da una fucilata mortale.

Montopoli in Val d’Arno (PI). Il sindaco viene arrestato perché trovato in possesso di bombe a mano; a Firenze viene fermata e arrestata una comitiva di Guardie Rosse di Capanne (Montopoli) mentre si reca ad assistere alla cerimonia di insediamento del Consiglio provinciale fiorentino.

15 maggio – Italia. Alle elezioni politiche i socialisti ottengono 1.631.435 voti e 123 deputati; i comunisti 304.719 voti e 15 deputati: i popolari 1.347.305 voti e 108 seggi; i repubblicani 124.924 voti e 6 seggi: alle liste di slavi e di tedeschi dei territori annessi da poco vanno 88.648 voti con 9 seggi; al Partito sardo d’azione vanno 35.488 voti e 4 seggi. Gli altri voti vanno a liste di blocchi nazionali sostenuti da ex combattenti, liberali, massoni e fascisti che eleggono in tutto 265 deputati, di cui 35 fascisti e 10 nazionalisti, mentre gli altri sono divisi tra liberali, democratici, agrari e socialriformisti.

Pisa e provincia. Le elezioni politiche del maggio 1921 segnano un buon risultato per il Pcd’I che raccoglie oltre 20.000 voti nel collegio di Pisa, Livorno, Lucca, Massa e Carrara ed elegge deputato Ersilio Ambrogi. Il partito raccoglie un buon risultato anche nel pisano, con oltre 3.000 voti e punte di eccellenze in zone come Pontedera, dove raggiunge il 17% dei suffragi.

16 maggio – Riglione (PI). Una folla di popolo assalta la caserma dei carabinieri per liberare il segretario della Camera del lavoro confederale, Giuseppe Mingrino, arrestato in seguito ad una manifestazione che si stava svolgendo in paese.

16 maggio – Viareggio (LU). Socialisti e comunisti festeggiano le elezioni: nonostante la violenza fascista, i due partiti hanno avuto un buon risultato nel collegio. Fascisti e sovversivi si incontrano in piazza, si sfidano a pugilato. I rossi picchiano, i neri sparano. Muoiono Pietro Nieri ed Enrico Paolini, due giovani anarchici.

16 maggio – La Spezia. I carabinieri aprono il fuoco contro una manifestazione sindacale. Vengono uccise 3 persone tra cui un agente investigativo e feriti gravemente tre lavoratori.

17 maggio – Livorno. A seguito dei risultati elettorali, i fascisti compiono una spedizione punitiva nel popolare quartiere di Borgo Cappuccini provocando una sparatoria, durante la quale resta ucciso lo squadrista Giorgio Moriani, figlio di un generale dell’esercito, alla cui memoria sarà intitolata una Squadra d’azione.

17 maggio – Torano (MS). I fascisti assassinano l’operaio Ercole Bonvini.

22 maggio – Valdottavo (LU). Un camion di squadristi, di ritorno dall’inaugurazione del Fascio del paese, viene colpito da un enorme masso fatto rotolare da un’altura. Nello Degl’Innocenti e Gino Giannini, due giovani fascisti, muoiono sul colpo.

24 maggio – Saltocchio, Ponte a Moriano (LU). Esmeraldo Porciani, casellante iscritto al partito popolare, viene ucciso da una squadra fascista. Alcuni abitanti del paese sostengono che Porciani avrebbe visto i fascisti preparare l’attentato a Valdottavo che, nei piani di Scorza, sarebbe servito a giustificare un’ondata di violenze squadriste. Solo per un errore il masso avrebbe centrato il camion invece che rotolargli di fronte.

29 maggio – Carrara (MS). Squadre di fascisti aggrediscono cittadini inermi e si scontrano con un gruppo di anarchici uno dei quali rimane ferito. Nei giorni seguenti la Camera del lavoro viene invasa, i quadri e un busto di Pietro Gori dello scultore Arturo Dazzi sono completamente distrutti. Assalito e devastato anche il circolo anarchico «Germinal». Una colonna di squadristi viene affrontata e dispersa dalla popolazione a Fossola.

GIUGNO 1921

2 giugno – Carrara (MS). Gli squadristi fiorentini con alla testa Dino Castellani e Amerigo Dumini uccidono in via Carriona il libertario Renato Lazzeri, accorso in aiuto alla sorella Clara, maltrattata perché portava in petto un fiore rosso. Prima di cadere, il Lazzari spara contro il gruppo dei fascisti e ferisce lo squadrista fiorentino Gastone Miniati. Nel frattempo accorre la madre del Lazzeri, Giselda. Accolta dai fascisti a colpi di pistola, la donna cade morta sul corpo del figlio, Le autorità governative non prendono nessuna misura contro gli autori del delitto.

4 giugno – Pontremoli (MS). Le squadre fasciste occupano la città picchiando i sovversivi che trovano e devastando i circoli operai.

6 giugno – Campiglia Marittima (LI). Fascisti di Pisa, Navacchio e Livorno compiono una spedizione punitiva a Campiglia Marittima dove, tra l’altro, bastonano i familiari di un sovversivo e feriscono con due colpi di pistola il tenente dei carabinieri Ettore Lucarelli intervenuto per far cessare il pestaggio. Poche ore dopo, a S. Vincenzo sono assaltate le sedi comunista, socialista e libertaria; l’anarchica Annita Ristori impedisce la distruzione della bandiera della Lega femminile aderente all’USI.

9 giugno – Avenza (MS). Alla stazione ferroviaria di Avenza i fascisti si impadroniscono con la violenza del pacco contenente il quotidiano anarchico «Umanità Nova» e lo danno alle fiamme.

12 giugno – Porto Venere (SP). Gli squadristi spezzini occupano la cittadina e uccidono il comunista Giacomo Bastreni. Il sottoprefetto fa arrestare sedici fascisti, tredici dei quali sono rilasciati il mattino seguente e tre trattenuti per concorso in omicidio. Nello stesso giorno i comunisti assaltano la sede del Blocco nazionale di Migliarina a Mare (SP).

12-13 giugno – Sarzana (SP). Nella notte, in occasione dell’inaugurazione del gagliardetto della sezione di Sarzana, dodici squadristi di Massa invadono la sede della cooperativa socialista devastandola.

17 giugno – Roma. Un gruppo di ex-militari e rivoluzionari escono dall’Associazione nazionale arditi d’Italia, per iniziativa dell’anarchico Argo Secondari (ex tenente dei reparti d’assalto nella prima guerra mondiale), e fondano gli Arditi del popolo che si propongono di opporsi manu militari alla violenza delle squadre fasciste.

22 giugno – Carrara (MS). I fascisti devastano i locali della Lega segatori del marmo, bruciano la bandiera e il mobilio. La sede della Lega contadini viene fatta saltare per mezzo di una bomba.

22/23 giugno – Ponsacco (PI). Nella notte tra il 22 e il 23 giugno i fascisti incendiano la sede della Camera del lavoro.

23 giugno – Nazzano (MS). Una trentina di squadristi devasta i circoli e le leghe dei cavatori e dei segatori con il lancio di alcune bombe. La denuncia presentata alla magistratura dai carabinieri non ha alcun effetto e i responsabili restano impuniti.

24 giugno – Carrara (MS). I fascisti partecipano alla manifestazione per l’anniversario della battaglia di Solferino che sfila per la città. Durante il corteo gli squadristi si scontrano con i repubblicani che vengono immediatamente arrestati dalle autorità, mentre i fascisti, gridando «Viva il re», percorrono fino a tarda notte le vie del centro.

24-25 giugno – Massa. L’ex legionario fiumano Gilberto Gilberti viene freddato da un iscritto al fascio (secondo la versione degli squadristi l’assassinio sarebbe un comunista mascheratosi da fascista).

28 giugno – Codena (MS). I fascisti distruggono il club anarchico e la sede dei cavatori di Codena con un’azione notturna. Pistole in pugno fanno alzare da letto il segretario locale della Lega dei cavatori, lo portano in strada e lo bastonano ferocemente.

30 giugno – Gragnana (MS). Distruzione del circolo anarchico di Gragnana e di quello comunista di Sorgnano. Ormai i fascisti sono certi dell’appoggio delle forze dello Stato e possono colpire contemporaneamente in più luoghi. Infatti vengono devastati anche il Circolo socialista di Torano e i locali della Lega cavatori di Bedizzano. Ferito l’antifascista Grassi.

LUGLIO 1921

4 luglio – Gragnana (MS). I fascisti, con le armi in pugno, cercano di costringere un gruppo di anarchici a togliersi un fiore rosso che portano all’occhiello della giacca. La notte seguente rubano tutta la merce della Cooperativa comunista, sequestrano il comunista Michele Pedroni e l’anarchico Primo Musetti, i quali vengono rilasciati dopo essere stati brutalmente percossi a sangue.

7 luglio – Carrara (MS). Nuova invasione fascista della Camera del Lavoro con la asportazione e l’incendio dei registri e dei documenti più importanti, tra gli altri quelli che si riferivano agli aiuti che la classe operaia di Carrara stava porgendo ai marmisti della Versilia, colpiti dalla serrata voluta dai padroni.

9 luglio – Bedizzano (MS). Una spedizione punitiva di fascisti distrugge la sezione della Lega dei cavatori e uccide l’anarchico Grassi.

10 luglio – Ponte a Egola (PI). Le squadracce fasciste prendono di mira le sedi dei partiti socialista e comunista.

10 luglio – Pisa. Si costituisce la sezione pisana degli Arditi del popolo con 300 iscritti.

11 luglio – Seravezza (LU). Una squadra di fascisti devasta la locale Camera del lavoro

11 luglio – Torano (MS). I fascisti uccidono ol comunista Ercole Bonvicini e feriscono altri quattro antifascisti. Nello stesso giorno l’avvocato socialista Vico Fiaschi è prelevato dalla sua casa e bastonato tanto ferocemente da averne pregiudicata per sempre la salute. Infatti, morirà poco dopo. All’impresa delittuosa partecipa personalmente Renato Ricci, capo indiscusso del fascismo carrarese. Di lì a poco identica sorte per alcuni comunisti di Marina di Carrara.

15 luglio – Carrara (MS). Nella frazione di Tendola è ucciso in un’imboscata notturna l’impresario e nazionalista Pietro Procuranti.

16-17 luglio – Sarzana (SP). La vendetta fascista non si fa attendere; il 17 luglio dopo i funerali di Procuranti, ai quali partecipano circa 150 fascisti armati di tutto punto provenienti da Carrara, questi si dirigono verso Monzone, dove è annunciato un comizio di un anarchico, Romiti, e di un comunista, Del Ranco. Giunti a Monzone, inizia la mattanza: vengono uccisi a pugnalate il ferroviere Dino Rossi, che sta tranquillamente rifocillandosi nell’acqua di un torrente e l’operaio Rino Garfagnini mentre torna dal lavoro. Ma gli squadristi non si accontentano di questi delitti e allora entrano in paese, ferendo a revolverate cinque cittadini, ne bastonano e prendono a calci e pugni altri e perquisirono alcune case di “sospetti rossi”, alla ricerca di segni tangibili del loro credo politico. Infine distruggono e derubano la cooperativa di consumo «L’Avvenire». Per festeggiare, i fascisti trafugano due fiaschi di vino e un portafoglio ad un operaio.

17 luglio – Aulla (MS). I fascisti provenienti da Monzone durante una sosta, bastonano un anarchico e nel pomeriggio le squadre si dirigono a Santo Stefano di Magra dove massacrano Luigi Del Vecchio, un vecchio contadino iscritto al partito popolare e il contadino Edoardo Vannini e derubano preziosi all’interno di alcune abitazioni, facendo circa quindici feriti tra la popolazione. La reazione della popolazione si espresse quando i fascisti erano ormai partiti. In località Bettola di Caprigliola, alcuni cittadini di Santo Stefano non identificati incendiarono un autocarro abbandonato dalle camicie nere.

17 luglio – Sarzana (SP). Il tenente dei carabinieri Vinci Nicodemi con i suoi uomini impedisce agli squadristi reduci da Aulla di entrare in città, e dopo un tentativo di proseguire per quella strada, i fascisti abbandonano i loro mezzi e in serata, seguendo la ferrovia, raggiungono nonostante tutto la città. Gli squadristi nella periferia uccidono a sangue freddo l’anarchico Rinaldo Spadaccini mentre questi tornava a casa dalla pesca pomeridiana: il suo compagno riesce a scappare all’agguato e ad allertare la popolazione. Solo dopo i reiterati crimini fascisti entrano in scena gli Arditi del popolo che vanno incontro ai fascisti e aprono il fuoco. Accanto a loro, contadini armati. Difficile tracciare una linea di demarcazione tra organizzati e non. I fascisti feriti, curati successivamente all’ospedale di Carrara, sono sette, ma in serata viene ritrovato il cadavere di un fascista ucciso, Venanzio Dell’Amico. Renato Ricci è arrestato con una decina di gregari.

17-18 luglio – Livorno. I fascisti devastano durante la notte la sede del Circolo di studi sociale.

18 luglio – Campiglia (LI). I fascisti sequestrano alla stazione ferroviaria l’onorevole socialista Mingrino costringendolo a marciare nelle vie della città inneggiando all’Italia.

20-21 luglio – Sarzana (SP). La notizia dell’arresto di Ricci si diffonde velocemente causando la mobilitazione delle camicie nere liguri e toscane che – capitanate da Umberto Banchelli e Amerigo Dumini, Umberto Odett Santini e Tullio Tamburini – si prefissano la liberazione dei compagni e il ristabilimento dell’onore delle camicie nere. A conferma delle bellicose intenzioni degli squadristi, nella mattinata del 20 luglio gli Arditi del Popolo intercettano due ragazzi diretti a Carrara che trasportano un messaggio da parte dei fascisti di La Spezia contenente informazioni per piombare simultaneamente su Sarzana. Questi fanno parte di una colonna di una trentina di squadristi comandata da Guido Bosero, che la notte precedente è partita da La Spezia fino ad arrivare a Camisano nei pressi di Ameglia, dove sostano in attesa di attaccare il 21 assieme agli uomini provenienti dalla Toscana, ma la cattura dei due ragazzi scombina parzialmente i piani delle squadre fasciste. Nel pomeriggio del 20 luglio gli Arditi, venuti a sapere che i fascisti si nascondono nelle alture tra Ameglia e Montemarcello, si dirigono contro gli assalitori facendoli fuggire verso La Spezia, i quali durante la ritirata trucidano un anziano agricoltore, Francesco Marchini, che sta lavorando nella piana di Ameglia. Nella notte gli Arditi decidono quindi di rafforzare il posto di blocco sul ponte di Romito Magra, dove il giorno precedente avevano fermato i due ragazzi, mentre sul luogo arrivano anche un gruppo di giovani anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e democratici di Arcola e Vezzano Ligure a dare manforte nella difesa della città. Altre pattuglie vengono formate per bloccare la via Aurelia e per presidiare le alture di Arcola, Montebarucco e Vezzano, mentre altri Arditi provenienti dai quartieri operai di La Spezia e dalla toscana apuana si riuniscono a Sarzana per mettersi a disposizione del comitato e dell’amministrazione presieduta dal sindaco socialista Terzi. All’alba del 21 luglio tutta la città di Sarzana si trova in uno stato di allarme e nonostante i diversi avvisi da parte della prefettura di Sarzana verso le varie prefetture toscane e versiliesi, il concentramento degli squadristi non viene ostacolato. Alla stazione di Avenza i fascisti di Livorno, Pisa e Massa Carrara si riuniscono a quelli provenienti da Firenze, Lucca e Pescia, costituendo una colonna forte di circa 600 unità, che al comando di Dumini e Banchelli, verso le ore 02:00 inizia a spostarsi verso Sarzana seguendo la ferrovia. Attorno alle ore 05:00 i fascisti giungono alla stazione di Sarzana, intenzionati a raggiungere il centro, ma ad aspettarli alla stazione trovano nove carabinieri, quattro soldati aggregati, due funzionari di polizia e il capitano dei carabinieri Guido Jurgens, con il quale iniziano a parlamentare, mentre nei paraggi pare sono asserragliati alcuni gruppi di Arditi assieme a contadini e altri lavoratori. Nonostante Jurgens li abbia informati del rischio che avrebbero corso avviandosi nel centro cittadino difeso da cittadini e Arditi del Popolo, i fascisti chiedono l’immediata scarcerazione di Ricci e degli altri imprigionati, la consegna dell’ufficiale Nicodemi «che avrebbe schiaffeggiato» Ricci (in realtà non vi è stata alcuna violenza sul capo del fascismo carrarese), e il permesso di recarsi in città per «liberarla dal giogo sovversivo». La ferma opposizione di Jurgens a richieste così pesanti causa un momentaneo scoramento nel gruppo, ma la situazione precipita velocemente quando al grido «A noi!» le camicie nere si muovono compatte contro la quindicina di armati al comando di Jurgens. A quel punto Jurgens ordina ai carabinieri di mettersi in posizione, quando dal lato dei fascisti parte un primo colpo, e poi altri colpi, ai quali i carabinieri rispondono scaricando le armi. Il fuoco intenso dura pochi minuti, gli agenti sparano le loro cartucce mentre i fascisti nella massima confusione scaricano in parte le loro armi sparando in aria, obbedendo all’ordine di rispettare la forza pubblica, mentre il frastuono richiama un reparto di guardie regie che sottrae Jurgens dal linciaggio. Sul terreno rimangono il caporale Paolo Diana e gli squadristi Michele Bellotto, Alcide Borghini, Rizieri Lombardini, Giuseppe Montemaggi e Vezio Parducci, mentre altri tre fascisti feriti gravemente si spengono all’ospedale (Gastone Bartolini, Guido Lottini, Lorenzo Taddeucci). Subito dopo lo scontro a fuoco i feriti vengono portati all’ospedale, e mentre una metà dei fascisti rimane sul piazzale della stazione senza sapere bene cosa fare, altri si disperdono nelle campagne allarmando i contadini del luogo, che si preparano all’autodifesa. In questo momento inizia una caccia ai fuggiaschi da parte dei contadini armati di vanghe e badili, e tre camicie nere vengono brutalmente uccise. Un paio d’ore dopo, i fascisti rimasti nel piazzale e quindi asserragliatisi nella stazione, ottengono dalle guardie regie il rilascio di Ricci e degli altri arrestati (nonostante la disapprovazione del prefetto di Genova che temeva altri disordini), e le stesse guardie approntano un treno per far rientrare gli squadristi in Toscana, che alle 10:30 parte alla volta di Massa. Anche in questo caso – secondo l’ispettore generale Trani – la gestione dell’ordine pubblico è del tutto inadeguata: i fascisti fatti ripartire non vengono identificati e disarmati, e appena partiti dalla stazione gli squadristi aprano il fuoco contro le abitazioni e le persone, uccidendo un casellante e ferendo gravemente un contadino. I cittadini per tutta risposta, sottoposti al tiro di fucileria dal treno, prendono a sparare contro i fascisti stessi colpendo e uccidendo un fascista di Carrara, Piero Gattini, che aveva preso posto vicino al macchinista. Almeno una ventina di persone rimangono ferite durante la fase di allontanamento del treno. Nel mentre i fascisti che fuggivano per i campi, in diverse occasioni vengono a contatto con i posti di vigilanza allestiti dai contadini e dagli Arditi del Popolo, accendendo piccoli scontri durante tutta la giornata, che culminano nel pomeriggio quando un gruppo di contadini si reca alla stazione di Luni nel tentativo di intercettare eventuali fascisti armati nascosti sui treni. A fine giornata i fascisti uccisi sono quattordici, a cui si aggiungono i cadaveri «orrendamente mutilati» dei due fascisti catturati al posto di blocco il giorno 20 e ritrovati privi di vita in un fossato nei giorni seguenti, mentre i feriti sono circa cinquanta.

22 luglio – Fossola (MS). La tragedia di Sarzana suscita un’ondata di raccapriccio nelle provincie di Carrara e di La Spezia e ha una grande risonanza in tutta Italia. Si invoca una tregua, uno stato di pacificazione che metta fine alla violenza. Questa, tuttavia, continua da parte degli squadristi, i quali, adducendo come pretesto la vendetta per i morti di Sarzana, uccidono nella frazione di Fossola a revolverate, gli operai Piccini Pietro, Colombini Gino, Chiappini Giuseppe.

22 luglio – San Frediano a Settimo (PI). Il marchese Domenico Serlupi e Giovanni Zoccoli, entrambi noti fascisti, si scontrano in un’osteria del luogo con un gruppo di contadini rimanendo gravemente feriti. Zoccoli morirà poco dopo mentre Serlupi spirerà una settimana più tardi. Alcuni contadini rimangono feriti durante lo scontro, mentre il proprietario dell’osteria «Lo staccino», Luigi Benvenuti, morirà poco dopo.

22-23 luglio – Cascina (PI). Durante la notte i fascisti organizzano una spedizione punitiva e uccidono Archimede Bartoli, figlio di un consigliere comunale socialista.

23 luglio – San Frediano a Settimo (PI). I fascisti incendiano per vendetta la sezione del PSI, un bar, la bottega di un falegname socialista e la casa del capo-lega terrazzieri Priamo Cappellini.

24 luglio – Piombino (LI). Due fascisti, Giovanni Bellosi e Fortunato Burba, rimangono dilanianti da un ordigno che stavano preparando.

25-26 luglio – Carrara (MS). Come sta già avvenendo in campo nazionale, anche a Carrara si costituisce il Comitato di pacificazione, presieduto dal sindaco Edgardo Lami Starnuti, con la partecipazione di tutti i partiti politici ad eccezione degli anarchici e dei comunisti. Il documento conclusivo viene firmato dai repubblicani, dai socialisti, dai liberali, dai fascisti, dai rappresentanti delle CdL e dai rappresentanti della Loggia massonica. La invocata pacificazione non avrà effetto, perché i fascisti rompono immediatamente la tregua riprendendo la serie dei loro atti di violenza.

26 luglio – Piombino (LI). Giuseppe Morelli, ardito del popolo, viene ucciso a sangue freddo da un vicecommissario di polizia.

27 luglio – Cascina (PI). Dumini e altri sei squadristi vengono arrestati dalla forza pubblica perché trovati in possesso di un ingente quantitativo d’armi.

AGOSTO 1921

3 agosto – Roma. Viene firmato tra socialisti e fascisti un patto di pacificazione che impegna le parti a porre fine al clima di reciproca intimidazione e violenza.

8 agosto – Castagnola (MS). Un gruppo di arditi del popolo uccide l’agricoltore fascista Francesco Aliboni.

11 agosto – Livorno. Conflitti a fuoco ad Ardenza a seguito di una spedizione fascista contro una conferenza dell’on. Mingrino. Per contrastare gli arditi del popolo del borgo intervengono le guardie regie. Due arditi del popolo, gli operai anarchici Amedeo Baldasseroni e Averardo Nardi, vengono uccisi a tradimento a rivoltellate dal fascista Tito Torelli della “Disperata”, futuro gerarca del regime.

16 agosto – Palaia (PI). I fascisti assassinano il segretario comunale socialista, Silvio Rossi. Gli esecutori dell’omicidio sono i fratelli Michele e Giuseppe Filippeschi, ricchi proprietari, del fascio di combattimento di Montefoscoli.

SETTEMBRE 1921

1 settembre – Cascina (PI). L’on. Mingrino, socialista e dirigente degli arditi del popolo, viene aggredito alla stazione ferroviaria insieme al sindaco di Cascina, Giulio Guelfi, da una squadra di fascisti.

4 settembre – Partino di Palaia (PI). Un giovane fascista livornese, Aldo Mazzei, rimane ucciso durante un conflitto a fuoco, mentre con altri fascisti tenta un’incursione contro i sovversivi del luogo. Rimane ferito il comunista Antonio Lorini.

11 settembre – Colonnata (MS). Il fascista e cavatore Alcide Andreani rimane ucciso durante un conflitto a fuoco con un gruppo di sovversivi.

18 settembre – San Frediano a Settimo (PI). Un conflitto tra squadristi e arditi del popolo degenera in una sparatoria. Rimangono sul selciato il libertario Corrado Bellucci e il socialista Paris Profeti, mentre alcuni fascisti, tra cui Gustavo Boni, sono gravemente feriti. Nell’occasione viene arrestato il sindaco socialista di Cascina, Giulio Guelfi.

20 settembre – Montopoli Val d’Arno (PI). Un’assemblea della Lega dei mattonai e affini in località Capanne di Montopoli viene interrotta dall’irruzione di una squadra di fascisti. Vengono uccisi due operai, Artibano Granchi e Ugo Susini, mentre partecipano a una riunione della Lega dei fornaciai. Quattro altri uomini sono gravemente feriti. Le forze dell’ordine intervenute arrestano due fascisti.

20 settembre – Carrara (MS). I fascisti aggrediscono e percuotono a sangue il segretario amministrativo della CdL Gino Petrucci. La Camera del Lavoro reagirà con la proclamazione di uno sciopero generale.

OTTOBRE 1921

4 ottobre – Staffoli (PI). In un conflitto a fuoco tra antifascisti e fascisti rimane ucciso lo squadrista diciannovenne Ferruccio Cristiani.

17 ottobre – Bedizzano (MS). Durante una spedizione punitiva gli squadristi uccidono l’antifascista Italo Bonuccelli. In quello stesso periodo uccidono a Torano l’anarchico Corrado Federici e in località Grazzano feriscono gravemente due operai.

19 ottobre – Bolano (SP). I carabinieri uccidono durante un conflitto a fuoco un sovversivo.

21 ottobre – Bonascola (MS). Gli squadristi provocano il terrore tra la pacifica popolazione. Ad Ortomurano assassinano un certo Bertini e feriscono Alcide Viola. Nei pressi del Mattatoio, in località S. Ceccardo, aggrediscono Cirillo Del Monte e suo figlio e uccidono Garibaldi Volpi.

23 ottobre – Carrara (MS). Gli squadristi irrompono nel Caffè Frigerio, luogo d’incontro degli anarchici, e uccidono a sangue freddo due sovversivi.

29. Carrara (MS). Il fascio di combattimento, in una riunione al teatro «G. Verdi», si costituisce in partito politico e sceglie i delegati da inviare a Roma dove, nei giorni 9 e 10 novembre, si sarebbe svolto il congresso nazionale di costituzione del PNF.

29. Pontecimato (MS). I fascisti uccidono gli operai Natale Bedini e Giuseppe Volpi.

30. Ortonovo (SP). Durante una sparatoria tra fascisti e antifascisti muoiono il comunista Severino Pietra e l’ex sindaco liberale Pietro Montefiori, da poco tempo aderente al fascio locale.

NOVEMBRE 1921

1-4 novembre – Ancona. Si svolge il terzo congresso nazionale dell’UAI.

3 novembre – Forno (MS). Una squadra di fascisti supportata da alcuni carabinieri si scontra con un gruppo di sovversivi del luogo. Durante la sparatoria rimane ucciso il carabiniere Giovanni Fausto Dinelli, iscritto segretamente al fascio locale.

7-11 novembre – Roma. I fascisti raccolti nella capitale in congresso decidono la costituzione del Partito Nazionale Fascista (PNF).

DICEMBRE 1921

Pisa. Scontri e colpi di pistola tra comunisti e fascisti a Pisa nel quartiere proletario di Porta Fiorentina; nel giro di poche ore, il comunista pisano Ferruccio Ghelardoni viene fatto segno di colpi di rivoltella nel vicino quartiere di San Giusto.

25 dicembre – Gragnana (MS). Un gruppo di fascisti uccide l’antifascista Orfeo Frassinetti.

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1922

GENNAIO 1922

8-9 gennaio – Bergiola Foscalina (MS). Un gruppo di fascisti irrompe in un’osteria dove si sta svolgendo una riunione di ex combattenti. Scoppia una rissa nella quale rimane ferito il segretario del fascio locale, mentre tre fascisti accorsi in soccorso dei propri camerati, il cavatore Giulio Morelli e i fratelli Eugenio e Renato Picciati, studenti universitari, vengono uccisi durante un conflitto a fuoco. Nella notte i fascisti carraresi organizzano una risposta che investe tutto il territorio. Viene «giustiziato» Battista Fabiani e in località Torano e Codena sono assassinati due antifascisti. Sono devastati i circoli repubblicani di Avenza e di Marina, come la sezione combattenti di Carrara e il circolo comunista di Serravalle. Sempre nella notte vengono bastonati numerosi assessori della giunta comunale.

Pomarance (PI). I fascisti devastano la sede della sezione socialista di Pomarance, dove si riunisce anche la locale sezione comunista: ne dà notizia «La Fiamma» dell’8 gennaio.

10 gennaio – Rio Marina (LI). I fascisti devastano la Camera del lavoro e il circolo socialista. Assalito anche il Municipio e bastonato il sindaco.

10 gennaio – Ospedaletto (PI). Nella piccola frazione di Pisa viene devastato il circolo comunista.

11-12 gennaio – Piombino e Rio Marina (LI). Gli squadristi danno alle fiamme la Camera del lavoro e la sezione comunista della Città del ferro costringendo alle dimissioni la giunta comunale. Nello stesso tempo assaltano nuovamente la Camera del lavoro di Rio Marina distruggendola.

13 gennaio – Carrara (MS). I fascisti costringono alle dimissioni la giunta comunale repubblicana di Carrara.

20 gennaio – Torano (MS). Gli squadristi uccidono il socialista Gino Giromini.

FEBBRAIO 1922

Fornacette (PI). Scontri tra comunisti e fascisti provenienti da Cascina, che si presentano al Circolo operaio per togliere la bandiera rossa: rimane ferito da un colpo di pistola il fascista Oliviero Ulivi.

10 febbraio – Carrara (MS). Gli squadristi uccidono l’antifascista Lorenzo Angelini.

16 febbraio – Serra di Lerici (SP). Gli squadristi di La Spezia organizzano una spedizione punitiva contro i sovversivi. Nel conflitto a fuoco che segue rimane ferito gravemente il fascista ventiduenne Alberto Landini che morirà dopo qualche giorno. Prima di essere colpito Landini riesce a ferire mortalmente un avversario.

19 febbraio – Carrara (MS). Si tiene l’ultimo congresso della Camera del Lavoro. Dopo poco tempo essa sarà soppressa violentemente dai fascisti.

20 febbraio – Roma. I rappresentanti della CGdL, dell’USI, dello SFI e della Federazione nazionale lavoratori dei porti danno vita all’Alleanza del lavoro» per «opporre alle forze coalizzate della reazione l’alleanza delle forze produttive, avente di mira l’instaurazione delle pubbliche libertà e del diritto comune, unitamente alla difesa della conquiste di carattere generale delle classi lavoratrici, tanto sul terreno economico quanto su quello nazionale».

20 febbraio – La Spezia. Gli arditi del popolo uccidono l’architetto Francesco Podestà mentre rincasa dai funerali del Landini. Per ritorsione i fascisti distruggono il circolo ferrovieri e feriscono mortalmente il comunista Umberto Bizzoccoli.

23 febbraio – La Spezia. Gli squadristi lanciano una bomba contro la Camera del lavoro.

MARZO 1922

Pisa. Si svolge il congresso della Camera del Lavoro Confederale di Pisa: prevale la corrente socialista, con 5.475 voti
contro i 1.169 dei comunisti.

5-6 marzo – Pontedera (PI). Si svolge il terzo congresso della Camera del lavoro provinciale con rappresentate 60 leghe con oltre 8.000 iscritti e la federazione provinciale dei lavoratori della terra con i suoi diecimila organizzati. Complessivamente al congresso intervengono i rappresentanti di 82 leghe per un totale di 18.000 organizzati.

6 marzo – Cascina e Buti (PI). Gli squadristi devastano il Club «L’Avvenire» di Ripoli di Cascina e il circolo socialista di Buti.

8 marzo – Carrara (MS). In un ricorso inviato al prefetto dalla Camera del Lavoro vengono elencati i reati dei fascisti a cominciare dall’uccisione, in un agguato, dell’operaio socialista Alessandro Cattani. Si denunciano le continue violenze alla libertà di stampa, l’invasione e la distruzione del circolo ricreativo anarchico di Fossola, le continue aggressioni contro gli inermi cittadini fra i quali Orlando Battaglini ed Altidoro Evangelisti, bastonati brutalmente.

9 marzo – Carrara (MS). I fascisti devastano la casa dell’antifascista Giovanni Bernardi, il quale si difende a colpi di rivoltella. Per essersi opposto alla violazione del suo domicilio, viene arrestato dai carabinieri.

9 marzo – Montecarlo (LU). I fascisti e gli agrari locali organizzano una spedizione chiamando rinforzi da Altopascio, Firenze, Empoli e Santa Croce sull’Arno. Gli squadristi colpiscono la sede socialista, l’edificio della cooperativa e il bar Tripoli, dove due socialisti vengono bastonati.

12 marzo – Bagni di Casciana (PI). I fascisti devastano il circolo ricreativo e la sezione comunista.

19 marzo – Pariana (MS). I fascisti uccidono un anarchico.

19 marzo – Cascina (PI). Alcuni fascisti nella notte organizzano nei pressi della frazione di Marciana un agguato contro l’anarchico Comasco Comaschi, leader degli arditi del popolo locali, stimato maestro d’arte e tra i fondatori della Pubblica assistenza. Il libertario viene freddato da alcuni colpi di pistola e muore all’istante.

20-24 marzo – Roma. Si svolge il II congresso nazionale del PCdI che conta 42.956 iscritti.

24 marzo – Carrara (MS). I fascisti assassinano il sovversivo Augusto Musetti.

29 marzo – Livorno. Sciopero generale contro le violenze fasciste.

APRILE 1922

2 aprile – Castel del Bosco (PI). I fascisti assassinano il segretario della Camera del lavoro e socialista, Alvaro Fantozzi. Poche ore dopo l’omicidio viene ferito con un colpo di rivoltella il fascista Vittorio Marconcini: del fatto vengono accusati i comunisti Evaristo Nassi, Riccardo Tosi e Brunetto Funel.
In queste stesse giornate viene più volte devastata la sede del partito comunista a Bagni di Casciana e vengono selvaggiamente bastonati gli iscritti e i simpatizzanti.

3 aprile – Pontedera. Conflitto a fuoco tra sovversivi e fascisti, quest’ultimi organizzano varie spedizioni punitive in tutto il territorio.

Orciatico (PI). I comunisti rispondono alle provocazioni fasciste e ricoprono i muri del paese, e in particolar modo le case dei fascisti, con scritte che inneggiano alla rivoluzione russa e a Lenin: ne riporta notizia «l’Idea Fascista» del 9 aprile.

11 aprile – Pisa e San Giuliano. Viene distrutto il circolo anticlericale e devastati le sedi della Lega proletaria e di quella colonica della vicina Bagni di S. Giuliano.

12 aprile – Lucca. L’avvocato comunista Luigi Salvatori viene aggredito all’uscita del Tribunale da un gruppo di squadristi che gli contestano un’arringa d’ispirazione antifascista. L’intervento dei carabinieri evita il peggio.

17 aprile – Montecatini Alto (LU). Ucciso dai fascisti un sovversivo del luogo.

17 aprile – Massa e Cozzile (LU). I fascisti devastano la sede della Lega proletaria.

27 aprile – Piombino (LI). I fascisti uccidono un comunista.

30 aprile – Località Spianate – Altopascio (LU). A tarda sera, presso l’osteria locale, i fratelli Virgilio e Giovanni Tonini, di 53 e 40 anni, benestanti del luogo, litigano con Pietro Mazzanti per questioni personali e politiche. La discussione degenera in rissa e Mazzanti, che ha la peggio, chiede aiuto a Luigi Stefanini, caposquadra di Altopascio. Mazzanti racconta di esser stato aggredito da due comunisti. Stefanini raduna sei squadristi e si reca con loro a casa Tonini. Appena riconosciuti i bersagli, alcuni uomini scendono dalla vettura e si dirigono verso Giovanni che precede il fratello. Giovanni estrae la rivoltella, ma viene freddato da una scarica di colpi di pistola e di moschetto. Mazzanti e Stefanini si portano poi su Virgilio, e lo bastonano a sangue.

MAGGIO 1922

1 maggio – Pontedera (PI). Squadre fasciste distruggono le ultime sedi dei circoli socialisti e operai.

3 maggio – Gragnana (MS). I fascisti distruggono la sede della Lega dei cavatori.

3 maggio – Bagni di Casciana (PI). Squadre fasciste devastano nuovamente la sede del circolo comunista.

9 maggio – Navacchio (PI). Alla stazione ferroviaria di Navacchio un squadra fascista intercetta e bastona ferocemente il sindaco di Pontedera Narsete Citi e il comunista Belli, medico condotto a Pontedera.

18 maggio – Carrara (MS). I fascisti con l’appoggio dei carabinieri occupano e devastano la sede della Camera del lavoro.

19 maggio – Seravezza (LU). 200 squadristi di Carrara, Pietrasanta e Seravezza, guidati da Renato Ricci, invadono e distruggono la sede della Camera del lavoro. Ricci e un gruppo di fascisti rapiscono Attilio Fellini, anarchico e segretario della Camera del lavoro per costringerlo a firmare la cessione della sede ai sindacati fascisti. L’auto, su cui viaggiano Fellini e i rapitori, viene fermata dai carabinieri. Fellini viene liberato. Il giorno dopo gli operai di Seravezza scioperano contro il fascismo.

21 maggio – Piombino (LI). Lando Landini, ardito del popolo, muore in un agguato tesogli da un gruppo di fascisti. Nella stessa giornata gli squadristi devastano la sede della Cooperativa tipografica «Avanguardia».

24 maggio – Piombino (LI). Gli squadristi occupano e distruggono la Camera del lavoro.

GIUGNO 1922

1 giugno – Casciana Terme (PI). Viene ucciso in un agguato tesogli dai fascisti il comunista diciottenne Gino Bonicoli.

4 giugno – Collesalvetti (LI). Una squadra di fascisti devasta i circoli comunisti del territorio.

6 giugno – Campiglia Marittima (LI). Gli squadristi distruggono la cooperativa dei coloni.

7 giugno – Laviano di Lari (PI). I fascisti occupano e devastano la sezione comunista.

11 giugno – Piombino (LI). In uno scontro a fuoco tra fascisti e antifascisti rimane ucciso lo squadrista Salvestrini.

12-13 giugno – Piombino (LI). Per vendicare l’uccisione del fascista Salvestrini varie squadre di fascisti giunti da varie località senza colpo ferire e senza l’opposizione della forza pubblica occupano la città, s’impadroniscono della pretura e della sottoprefettura, incendiano la Camera del lavoro e la tipografia socialista dove si stampa il periodico «La Fiamma», devastano la biblioteca comunale e minacciano di morte molti dirigenti sindacali, socialisti e anarcosindacalisti. Costringono alle dimissioni la giunta comunale.

22 giugno – Asciano di Bagni di S. Giuliano (PI). Gli squadristi occupano e devastano la sezione comunista.

23 giugno – Ponsacco (PI). Una squadra di fascisti devasta il circolo comunista.

LUGLIO 1922

2 luglio – Livorno. Assalto fascista al municipio e alla giunta comunale guidata dai socialisti. Viene inoltre devastata la sede della Camera del lavoro della frazione di Antignano come rappresaglia alle percosse subite dal fascista Marcello Vaccari.

2 luglio – Pisa. Una squadra di fascisti guidata da Alessandro Carosi uccide il sovversivo Florindo Noferi.

3 luglio – Volterra (PI). I fascisti distruggono la cooperativa socialista «Avanti!».

9 luglio – Piombino (LI). I fascisti uccidono in un agguato in località Campo alle Fave due arditi del popolo, Amedeo Lucarelli e Attilio Landi.

15 luglio – Bagni di S. Giuliano (PI). Una squadra di fascisti devasta e distrugge la sezione comunista.

16 luglio – Livorno. Esce l’ultimo numero del settimanale «Il Seme» organo degli anarchici livornesi. La chiusura è dovuta al particolare clima politico e alle continue minacce dei fascisti.

21 luglio – Bagni di S. Giuliano (PI). Alcuni fascisti distruggono la sede del Circolo socialista della frazione di Gello.

22 luglio – Fornacette (PI). Un gruppo di squadristi distrugge la sede della Cooperativa dei terrazzieri, luogo di incontro di militanti socialisti e libertari.

25 luglio – Pomarance (PI). I fascisti devastano la sezione del PSI.

29 luglio – Pontedera (PI). Circa duemila fascisti guidati da Guido Buffarini Guidi e Carlo Scorza distruggono nuovamente la Camera del lavoro e il circolo comunista, bastonando decine di operai e occupando il municipio.

30 luglio – Roma. Il comitato centrale dell’Alleanza del lavoro cede i propri poteri a un comitato segreto d’azione, che proclama lo sciopero generale contro le violenze dei fascisti.

30 luglio – Cascina (PI). Gli squadristi devastano la sede della Società di consumo e quella dell’Unione del lavoro nella frazione di San Lorenzo a Pagnatico.

31 luglio – Vicopisano (PI). Un gruppo di fascisti distrugge la sede del Club operaio della frazione di Cucigliana.

31 luglio – Sarzana (SP). Michele Bianchi, segretario del PNF, commemora i camerati caduti l’anno passato invitando i fascisti presenti a prepararsi per stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di sciopero politico.

AGOSTO 1922

1 agosto – Pontremoli (MS). I fascisti costringono i ferrovieri in sciopero a riprendere il lavoro, uccidono l’operaio Felice Verri e distruggono la sede socialista.

2-4 agosto – Pisa. I fascisti bastonano vari ferrovieri tra cui il leader Augusto Castrucci che hanno aderito allo sciopero, occupano il Circolo Ferro-tranvieri e devastano nuovamente le tipografie dell’«Ora nostra» e dell’«Avvenire anarchico».

2-4 agosto – Livorno. Squadre di fascisti giunte da diverse località toscane guidate dal marchese Dino Perrone Compagni assediano il municipio imponendo le dimissioni del sindaco Mondolfi, della giunta comunale e di quella provinciale. Vengono assassinati in casa il consigliere comunale comunista Pietro Gigli e suo fratello Pilade, anarchico, mentre la madre Giulia Cantini rimane gravemente ferita; in analoga incursione viene ucciso il consigliere comunale socialista Luigi Gemignani.  In uno scontro a fuoco resta ucciso l’ardito del popolo, anarchico e sindacalista dell’USI, Filippo Filippetti. Nel corso di scorribande squadriste su camion nel quartiere S. Marco vengono uccisi per strada il ragazzo Bruno Giacomini, il dirigente sindacalista dell’USI Gisberto Catarsi e la popolana Genoveffa Pierozzi in Luperi. In una strada del centro viene assassinato l’anziano Oreste Romanacci. Sono, inoltre, devastate sedi politiche e sindacali, negozi e abitazioni di socialisti e amministratori comunali.

4 agosto – Pisa e provincia. I fascisti occupano i locali della Camera confederale del lavoro. Sono messe a ferro e fuoco i locali delle sezioni comuniste di Asciano e dei Bagni di San Giuliano e del circolo socialista di Gello. A seguito delle violenze viene sciolta la sezione comunista dei Bagni di San Giuliano. In queste stesse giornate viene devastata anche la sede comunista di Ponsacco e il segretario Sabatino Ghelli è costretto a pubbliche dimissioni dal partito: ne riporta notizia «l’Idea Fascista» del 6 agosto. Viene devastata la Casa del popolo de La Rotta (Pontedera). A metà mese cade anche l’ultima giunta social-comunista della provincia di Pisa, quella del Comune di Vecchiano.

3-6 agosto – Parma. Il tentativo delle squadre fasciste di Italo Balbo di penetrare nella città fallisce dopo un combattimento di quattro giorni che vede l’eroica resistenza delle forze popolari asserragliate dei quartieri d’Oltre torrente.

5 agosto – Pisa. I fascisti devastano la redazione del settimanale socialista «L’Ora nostra», della Camera del lavoro confederale e di quella sindacale aderente all’USI.

6 agosto – La Spezia. Squadre di fascisti distruggono nuovamente la sede della Camera del lavoro e della Federazione dei portuali.

15 agosto – Arcola (SP). Durante un conflitto a fuoco rimane ucciso il carabiniere Quintilio Boschetti

.16 agosto – Santo Stefano Magra (SP). I fascisti occupano il municipio e lo consegnano alle forze dell’ordine.

SETTEMBRE 1922

Pisa. Gli iscritti alla federazione pisana del partito comunista sono circa 250, il segretario è Carlo Cimini, coadiuvato da Guglielmo Taddei; nei mesi successivi si costituirà la federazione interprovinciale Livorno-Pisa, con segretario Ilio Barontini.

3 settembre – Buti (PI). I fascisti occupano la sede del Partito popolare.

5 settembre – Vicopisano (PI). I fascisti distruggono la sede del Partito popolare.

7-8 settembre – Massa. L’arresto di 8 fascisti, per l’omicidio di tre arditi del popolo, provoca la mobilitazione straordinaria delle squadre d’azione: duemila camicie nere guidate da Renato Ricci occupano la città e intimano ai magistrati di liberare i propri camerati entro 24 ore. Dopo una breve trattativa i prigionieri vengono rilasciati.

22 settembre – San Piero a Grado (PI). Un gruppo di fascisti assassina Egidio Bani appartenente alla sezione pisana del Partito liberale.

OTTOBRE 1922

1-4 ottobre – Roma. Si svolge il XIX congresso nazionale del PSI. Il partito è fortemente diviso tra i massimalisti e i riformisti che al termine dell’assise si riuniscono a parte dando vita al Partito Socialista Unitario.

13 ottobre – Vagli di Sotto (LU). I fascisti massesi occupano il municipio e obbligano i socialisti a firmare le dimissioni.

26 ottobre – La Spezia. Esce l’ultimo numero del settimanale «Il Libertario», una delle voci più autorevoli del movimento libertario, diretto e gestito da Pasquale Binazzi e Zelmira Peroni. La cessazione del periodico è dovuta alla ennesima distruzione della tipografia da parte del fascisti.

27-31 ottobre. Roma. Squadre fasciste provenienti dalle province di La Spezia, Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno partecipano armate alla marcia su Roma.

28 ottobre – Filettole. Il bracciante Pietro Pardi cade vittima delle ferocia del farmacista e sindaco di Vecchiano Alessandro Carosi, che lo uccide tentando di togliergli il cappello a pistolettate.

NOVEMBRE 1922

24 novembre. Roma. Mussolini ottiene dalla camera i pieni poteri in materia economica e amministrativa. Gli sono conferiti a larghissima maggioranza fino al 31 dicembre 1923 con lo scopo di «ristabilire l’ordine» nel Paese.

DICEMBRE 1922

15 dicembre – Pisa. Esce l’ultimo numero del settimanale «L’avvenire anarchico». Il periodico, fondato nel 1910, è costretto a cessare le pubblicazioni a causa della distruzione, per la seconda volta, della propria tipografia da parte dei fascisti.

18 dicembre – Torino. Prendendo spunto dal ferimento di due fascisti, si scatena la reazione degli squadristi torinesi, che incendiano la Camera del lavoro e vari circoli operai. Viene devastata la redazione de «L’Ordine nuovo». A conclusione dell’operazione il capo delle squadre torinesi, Piero Brandimarte, rivendica di aver provocato 22 morti.

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